martedì 8 gennaio 2013

Pesca Al Cefalo Con Canna Bolognese

Anche se siamo in pieno inverno, e quindi in un periodo poco adatto alla pesca al cefalo, voglio scrivere questo post, perché proprio nel periodo freddo dell'anno, anche se le catture saranno minori, molto probabilmente avremo l'opportunità di agganciare un grosso esemplare.
La pesca al cefalo con la canna bolognese è molto divertente ma allo stesso tempo molto tecnica. Come prima cosa bisogna costruire un impianto pescante molto preciso e soprattutto sensibile. Useremo delle canne bolognesi leggere (ovviamente in fibra di carbonio) e mulinelli 2000-2500 imbobinati con monofilo 0,14 - 0,16. Applicheremo alla lenza madre galleggianti affusolati e sensibili. Vanno bene quelli usati nella pesca al colpo, dal peso di 1 grammo in caso di acqua calma, fino a 2 grammi in caso di corrente.
Come piombatura si può usare una torpille secca dal peso leggermente inferiore a quello del galleggiante, ma questo solo in caso di corrente. In caso contrario, con mare calmo, è consigliabile una piombatura spallinata a scalare, che parte da un bulk iniziale e poi altri pallini ad una distanza sempre maggiore fino a raggiungere il terminale.
Per agganciare i terminali, meglio utilizzare un microaggancio della Stonfo: il primo bracciolo lo realizzeremo di 50 cm, il secondo di 40 dai diametri 0,10 - 0,12.
Le esche saranno le classiche pastelle al profumo di formaggio.
Ovviamente prima di cominciare a pescare il cefalo con la bolognese, spazio ad un'ottima pasturazione a base di sfarinati al formaggio. Certo la pastura non dovrà essere standard, perché ognuno ha i suoi segreti e le sue fantasie, ma è meglio che il composto sia il più bianco possibile, in modo da avere in acqua anche un richiamo visivo oltre che olfattivo.





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