venerdì 27 febbraio 2015

Pescare Con La Bolognese In Primavera

L'inverno oramai volge al termine e presto andremo incontro ad un momento magico per la pesca in mare, la primavera, che con il suo arrivo farà tornare in azione anche tutti quei pescatori che per tutto l'iverno avevano "deposto le canne in cantina". Vediamo ora quali sono le condizioni, gli attrezzi e i luoghi per meglio affrontare questo periodo di transizione pescando con la canna bolognese.


Dalle scogliere, i momenti da sfruttare, saranno quelli di mare mosso, ma in fase di scaduta.
Per saraghi e occhiate, dovremo scegliere delle scogliere a fondale roccioso, con acque abbastanza alte(come nella foto), dai 4 ai 7 metri, che affronteremo con bolognesi da 6 a 8 metri, a cui abbineremo mulinelli di media taglia, 3000 o 4000, imbobinati con nylon dello 0,18 che ci permetterà di contrastare anche pesci di buone dimensioni. Useremo galleggianti da 2 a 4 grammi a seconda del moto ondoso, e spallinate dai 70 centimetri con mare mosso, fino ad arrivare a 2 metri con mare più calmo. Anche per il terminale sceglieremo la lunghezza in base al movimento delle onde. Sceglieremo un buon fluorocarbon dello 0,14 dalla lunghezza variabile dagli 80 ai 150 centimetri. Come esca, useremo l'universale bigattino, che useremo anche come pastura.
Se invece mireremo la nostra battuta di pesca dalla scogliera a cefali e salpe, dovremo prediligere quelle  basse(3 - 4 metri di acqua) con fondale misto. Useremo bolognesi più corte dai 5 ai 6 metri. Quest'ultime dovranno essere abbastanza potenti per contrastare le fughe di cefali e salpe che sono pesci molto combattivi, soprattutto le salpe. Nella costruzione della lenza, costruiremo spallinate strettissime, di massimo 50 centimetri, oppure, in caso di mare più formato, una torpille secca dal peso poco inferiore al galleggiante utilizzato(2-3 grammi). Come finale utilizzeremo la classica lenza a doppio amo, meglio conoscita come "terminale a forcella", con braccioli da 30 e 40 centimetri e diametro dello 0,14. Anche per cefali e salpe useremo il bigattino come esca, ma possiamo utilizzare anche il fiocco di pane o le classiche pastelle al formaggio.

Nei porti invece, la pesca in primavera con la bolognese, ci permetterà di insidiare svariate specie, come spigole, occhiate, saraghi e cefali. Con l'aumentere della temperatura dell'acqua, il bigattino ritorna ad essere l'esca migliore, appetibile a quasi tutte le specie insidiabili del sottocosta.
Visto che in porto ci troveremo a pescare in acque più calme rispetto a quelle della scogliera, useremo galleggianti e montature più leggere. Queste ultime saranno le classiche della pesca alla spigola, con spallinate molto ampie.
I momenti migliori saranno sempre i cambi di luce, anche se la notte comincerà a regalarci qualche gradita sorpresa, perché i predatori, trovandosi in acque via via sempre più calme e quindi più trasparenti, cominceranno a sfruttare i momenti di buio per sferrare i loro attacchi.
Per la pasturazione ci serviremo di grosse quantità di bigattini, che fionderemo con precisione intorno alla nostra zona di pesca.

Vedi anche: Esche di primavera



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