lunedì 10 febbraio 2014

Surfcasting: Buche E Canaloni

Una delle qualità che deve avere un pescatore di surfcasting è quella di saper "leggere il mare". Leggere il mare, vuol dire osservare con spirito critico la natura che ci circonda, dalla spiaggia alla enorme distesa d'acqua dinanzi a noi, ma soprattutto saper individuare buche e canaloni, da sempre i posti preferiti dai pesci per sostare e cibarsi. Saper individuare tali posti e saper indirizzarci l'esca, aumenterà di moltissimo le probabilità di successo della battuta di pesca.



Anche se davanti a noi abbiamo una enorme distesa d'acqua che sembra omogenea, i posti dove calare le nostre esche devono essere precisi, e noi pescatori dovremo essere bravi a fare "centro" in tali posti.
Il mare leggermente mosso può aiutarci ad individuare buche e canaloni. Ad esempio la schiuma che si forma sulla superficie dell'acqua, formando una cresta, può segnalarci la presenza di uno scalino, al contrario invece, una zona che ad occhio sembra formata da acqua più calma, ci indicherà che il fondale in quel punto è più profondo, quindi la probabile presenza di una buca. Il rilevamento di tali zone, ci può essere ancora più facilitato da un paio di occhiali polarizzati.
Fatta una prima osservazione, soprattutto se il mare è calmo, e non ci offre gli aiuti sopra indicati, dovremo cercare di analizzare il fondale, cosa che faremo con la nostra canna, aiutati da un piombo roccotop dal peso pari al range ottimale di lancio della canna. Una volta lanciato cominceremo un lento ma costante recupero. Quando la canna comincerà a flettersi e il recupero diventerà più faticoso, vuol dire che abbiamo individuato uno scalino ascendente. Al contrario in presenza di uno scalino discendente ci accorgeremo, nel recupero del piombo, di una mancanza di attrito, quasi una perdita di contatto con la nostra zavorra. 
Cosa importante, nel surfcasting, una volta individuati scalini, buche e canaloni è quella di essere precisi nel lanciare con precisione l'esca in essi. Questo lo possiamo fare soltanto con l'allenamento e la confidenza con i nostri attrezzi di pesca. Da tempo esistono i monofili che ogni 15-20 metri cambiano di colore, quindi se ad un lancio abbiamo avuto buoni risultati, possiamo ricordarci il colore del nylon, per poi poter riposizionare facilmente l'esca nel posto dove abbiamo avuto l'abboccata. Questo semplice accorgimento delle volte può moltiplicare il numero delle nostre catture.

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