giovedì 5 maggio 2011

Pesca Al Calamaro Da Terra

La pesca al calamaro da terra è antichissima e molto praticata nei porti e dalle scogliere di tutta Italia.
Il calamaro è una delle poche specie che, nel periodo morto invernale, è presente in massa. Infatti il periodo migliore per pescarlo è d'inverno dopo il tramonto.
Viene pescato in molti modi, anche se il principio è sempre lo stesso, stuzzicare il suo istinto predatorio.

Uno dei sistemi più antichi e forse il più utilizzato tutt'oggi è quello eseguito a mano. Si utilizza una "ruzzola", un cilindro di sughero, reperibile nei negozi di pesca, su cui avvolgeremo una buona quantità di filo dello 0,30 alla cui estremità innescheremo il nostro pesce esca. Lanceremo manualmente il pesce innescato attendendo che tocchi il fondo. A questo punto mettiamo il filo in tensione e aspettiamo l'abboccata.


Un'altra tecnica utilizzata, prevede l'impiego di canne da fondo di 4 metri di lunghezza e mulinelli 4000-6000 caricati con monofilo 0,35.
Come esca useremo sempre un pesce morto, ma la differenza sta che lo inseriremo in una "gabbietta"(foto laterale) che alla fine porta i classici baffetti metallici per arpionare il calamaro che si lancerà sull'esca. Alla sua estremità questa gabbietta come potete osservare porta l'occhiello per legarla alla lenza madre. Con questa tecnica possiamo anche inserire sulla lenza madre un galleggiante scorrevole sferico capace di sostenere il peso della montatura.
In entrambi i metodi di pesca il recupero del calamaro, una volta catturato, dovrà essere lento e costante e in caso di rilascio dell'esca, non continuare a recuperare ma aspettare, perché molte volte la nostra preda ritornerà ad aggredire la totanara.
Ma in una maniera o un'altra (non me ne vogliano i vegetariani) alla fine si sà, il calamaro farà apprezzare le sue doti migliori in cucina. 

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1 commento:

Gianluca Rizzuti ha detto...

Buon articolo.....complimenti..